22.8.11

Un set di software per l'analisi espressiva facciale. Il volto della menzogna.

Questa volta entrerò più in dettaglio nel lavoro di analisi delle espressioni facciali che si possono compiere solo a partire da un video anche in bassa risoluzione, anche in bianco e nero, purché in almeno alcuni frame siano presenti tutti o quasi i requisiti che si richiedono per compiere l'analisi (spontaneità della
 situazione, inconsapevolezza del soggetto di essere ripreso, disponibilità di almeno tre angolazioni di ripresa, centrale e dai due lati, chiaro-scuri che permettano una leggibilità degli elementi del volto e altri requisiti ulteriori meno importanti).

Allora, il primo punto è disporre di un software che permette di selezionare in automatico e manualmente una serie di frame significativi da un video.  In commercio ne esistono a valanghe, ma alcuni sono strumenti dedicati per questo tipo di analisi, che consentono di estrarre una serie di parametri sulle dimensioni del volto e sui rapporti e loro variazioni dei suoi elementi (importante è il diametro pupillare e interpupillare di ogni singolo frame).

Ma il punto focale è passare da un piatto fotogramma a una vera e propria foto in 3D  e per questo si usa una serie di software tutti implementati che prendono il nome di
Reallusion iClone PRO v4.3.1929.1. In an additional set of materials, che pesano ben  2.26 GB.
iClone permette con una serie di passaggi anche autoregolati, di convertire una piatta e banale foto in bianco e nero, in una immagine in 3 dimensioni, con un senso della profondità davvero notevole, che rende l'immagine realistica e che può poi essere ruotata  e posta sotto differenti punti di vista (PdV) e punti di fuga (PdF), inoltre, si può motorizzarla ulteriormente, collegando una serie di frames in una sequenza animata in 3D.
Infine, iClone assieme a un altro set di programmi Corel, permette con una certa facilità, una volta acquisita una buona dimestichezza, di collocare un qualsiasi oggetto all'interno di un contesto o ambiente desiderato, facendolo muovere in modo discrezionale.

Chiaro che per familiarizzarsi con questi software occorre una pratica di molte settimane e una buona attitudine; non si deve infatti dimenticare che la conversione e creazione di immagini 3D e scenari digitali è anche un processo creativo, per quanto usato in ambito scientifico.

Bene, ora che abbiamo ottenuto tutto il nostro materiale, vale a dire, le immagini da analizzare e i parametri che ne possiamo estrarre agevolmente, resta da compiere l'operazione più difficile e soggettiva, ossia l'analisi del significato contestuale e anche decontestualizzato delle espressioni facciali, che rimanda a una serie di teorie e di studi che riguardano:
-l'espressione delle emozioni del volto in differenti età,
-il significato e valore della simulazione e dissimulazione espressiva,
-le espressioni della menzogna, sia volonntaria che involontaria,
-il significato contestuale della menzogna e della espressione facciale relativa, avendo riguardo alla sua soggettività e a tutta quella serie di eventi che si frappongono con la sua esternalizzazione espressiva non verbale, cioè la intenzionalità o meno, la consapevolezza o meno, il fenomeni del deja vu, che si possono inframezzare durante la rievocazione verbale e confondere l'analisi non verbale,
-l'analisi prossemica e di tutte le altre condizioni espressive non verbali e non facciali, che normalmente viene compiuta prima di passare all'analisi facciale, proprio per togliere di mezzo alcuni possibili fattori di ambiguità.

Insomma, l'analisi espressiva facciale cerca di togliere via tutto quello che è possibile, in modo da raccogliere le informazioni più nette sul focus visuo-facciale. Questa operazione di isolamento è però rischiosa, in quanto si corre il rischio di non valutare correttamente alcuni elementi che possono invece portare ad una conclusione differente.
Per cercare di ridurre al minimo questi elementi di contestualizzazione (li definiamo in questo modo), si cerca di assegnare un peso a ciascuno di essi, in modo da tenerne conto come fattore di correzione (r +- 5%).
Ma il vero elemento che ci permette di ridurre al minimo le distorsioni e possibilità di errori interpretativi è la sequenziazione dei fotogrammi, ossia l'analisi del movimento espressivo, potendo disporre di elementi in movimento che si possono fermare istante per istante. Attenzione, il più delle volte, anche in sequenze video molto lunghe, l'espressione che ci interessa può comparire in un solo fotogramma!!
Come si vede, trattasi di una operazione che acquista efficacia con il movimento delle immagini, dal momento che non si tratta di una mera Detection, ossia un riconoscimento di un viso, operazione che spesso risulta fallace, come dimostrato da una quantità notevole di studi indipendenti.
FINE PRIMA PARTE
Alla prossima.
al
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SECONDA PARTE

Occorre spiegare perché è importante disporre di una ripresa centrale, e una per ciascun lato. I software che usiamo, ripeto, iClone Reallusion, necessitano per lavorare in modo ottimale di queste tre angolazioni per poterci offrire tutta quella gamma di dati e funzioni disponibili e desiderabili.
Per citare la più importante di queste, occorre poter disporre di una comparazione delle due metà del volto in senso della lunghezza (cranio-mandibolare); questo ci fornisce informazioni sulla omogneità delle due parti e sulla loro simultaneità espressiva. La teoria di riferimento parte dal presupposto (ma ne esistono più di una), che i movimenti espressivi sono controllati e processati da una serie di circuiti cerebrali, che a partire da un input iniziale (per le emozioni di paura e ansia sono fondamentali un paio di nuclei che si trovano in una formazione mediale detta Amigdala), importante anche per  acquisire la facoltà di ribaltare una emozione di paura o di ansia in una di calma, nel senso che l'Amigdala sembra retroagire su altri nuclei, inibendoli, in particolare sulla corteccia prefrontale.
Quando l'Amigdala non riesce a funzionare a dovere, ad esempio per aspetti ontogenetici o per condizioni ambientali (leggi stress), di solito si rileva a livello dell'Ippocampo una situazione simile a quella di soggetti sottoposti ad eventi traumatici (riduzione e involuzione del numero di connessioni e della massa globale): di conseguenza la capacità rievocativa viene ad essere indebolita a causa di una scarsa funzionalità dei circuiti riverberanti che permettono il passaggio dei ricordi nella memoria a lungo termine.

Per ritornare al punto di partenza, i due lati del volto sono mossi da circuiti sincroni e in parallelo, ma quando gli aspetti emozionali tendono ad essere molto elevati, questa sincronicità tende ad affievolirsi, potendo comparire dei tremori a un solo angolo della bocca, contrazioni improvvise delle cartilagini alari di una sola narice, idem per le palpebre. Occorre che questo stato di tensione emozionale non sia in alcun modo causato dalla situazione che stiamo valutando, altrimenti tutto assume un aspetto non affidabile e i prodotti risultano artefatti, adulterati o peggio indotti, quindi per noi che eseguiamo l'analisi, del tutto invalidi (Setting out).

SEGUE